Le Forze Armate italiane e la tutela del patrimonio culturale
Le Forze Armate italiane spiccano nella comunità internazionale per impegno e competenza in fatto di tutela dei beni culturali. Tali sforzi, segnati da un sempre pronto adeguamento alle raccomandazioni dell’UNESCO nei confronti delle Forze Armate, vengono maggiormente rappresentati dalla creazione del Reparto specializzato dell’Arma dei Carabinieri denominato “Reparto per la Tutela Beni Culturali” (TPC).
Le origini del Reparto risalgono al 1969, quando il Capo di Stato Maggiore pro tempore, Generale Arnaldo Ferrara, propose di costituire presso il Ministero della Pubblica Istruzione il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico, al fine di fronteggiare efficacemente e in maniera competente il fenomeno sempre più preoccupante della depredazione illecita del patrimonio artistico italiano, nonché quello (più cospicuo) a livello mondiale.
L’Italia divenne, così, il primo Paese nel mondo a dotarsi di un organismo di polizia specializzato nel settore della tutela dei beni culturali, anticipando la raccomandazione della Conferenza UNESCO 1970, che esortava la Comunità Internazionale ad adottare in tempi brevi misure volte a contrastare l’acquisizione di beni illecitamente esportati e a favorire il recupero dei beni già trafugati.
Il Reparto TPC è articolato in quattro sezioni: Antiquariato, Archeologia, Falsificazione e Arte Contemporanea. Esso si occupa di sicurezza e salvaguardia del patrimonio culturale salvaguardi del patrimonio culturale, in un primo tempo entro i confini nazionali, in seguito, negli anni, il Reparto TPC è stato coinvolto dalla Comunità Internazionale come unico reparto riconosciuto all'UNESCO e dall’ICCROM[1] capace di essere fonte di formazione e tutela internazionale dei beni culturali. Il Reparto TPC è dipendente nelle sue operazioni dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC), del quale costituisce Ufficio di collaborazione.
Ogni attività che compie viene qualificata come indagine di Polizia Giudiziaria, in quanto esso si muove per contrastare tutte le violazioni di legge in materia di patrimonio culturale poste in essere da singoli individui o da organizzazioni criminali.
La più grande peculiarità del Reparto risiede nel fatto che esso può essere impiegato, come si è precedentemente accennato, anche in operazioni all’estero: le attività del TPC possono essere svolte in collaborazione con diverse istituzioni che si occupano di servizi di polizia internazionali, quali l’Interpol, o a supporto di Forze di Polizia locali nelle operazioni riguardanti i beni culturali; il TPC è impegnato, parimenti, all’estero nello sviluppo di attività formative e di sensibilizzazione dei cittadini e degli operatori del settore promosse da organismi internazionali quali i già menzionati UNESCO ed ICCROM, assieme con ICOM[2], UNIDROIT[3] e ICOMOS[4].
L’aspetto armato dei conflitti, si è già detto, rappresenta nello stesso momento un’immensa opportunità di preservazione o distruzione del patrimonio culturale, a seconda di quali siano gli obiettivi militari ed i piani disposti per la risoluzione del conflitto: esso, infatti, può usufruire dell’aspetto culturale di un determinato obiettivo al fine di riportare significativi vantaggi nel corso dell’operazione.
Unite4Heritage
Il 16 febbraio 2016, a Roma, il Governo italiano e l’UNESCO, nelle persone di Paolo Gentiloni e Irina Bokova, hanno siglato il Memorandum of Understanding per la creazione della Italian National Task Force in the framework of UNESCO’s Global Coalition under Unite4Heritage.
La Dichiarazione chiede alle parti in conflitto di evitare attacchi indiscriminati e di rispettare o beni culturali e naturali, in linea con gli obblighi che discendono dal diritto internazionale umanitario, dalla Convenzione dell’Aja del 1954 sulla protezione dei beni culturali durante i conflitti armati e dal suo Protocollo del 1999. La Dichiarazione raccomanda, inoltre, al Consiglio di sicurezza ONU di verificare la possibilità di introdurre una specifica dimensione riguardante la tutela del patrimonio culturale nei mandati delle missioni di peacekeeping quando applicabile, per esempio fornendo, ad esempio, una formazione specifica alle truppe in approntamento sulla protezione dell’eredità culturale materiale e immateriale.
Unite4Heritage è un’iniziativa a carattere universale, nata come campagna di sensibilizzazione e divenuta una global call for action, con la quale l’UNESCO ha invitato la Comunità Internazionale ad intraprendere iniziative finalizzate alla valorizzazione ed alla tutela dei beni culturali nel mondo, specialmente per valorizzare e tutelare i beni culturali nel mondo, al fine di combattere le radicalizzazioni culturali e le violenze che mettono a repentaglio beni artistici di inestimabile valore, non solo da un punto di vista economico-culturale ma anche in quanto fattori di sviluppo e riconciliazione.
La Task force
La Task force che viene a crearsi alla luce della sottoscrizione del Memorandum of Understanding avrà una struttura tutta italiana e sarà coordinata dal Ministero dei Beni e Attività Culturali e del Turismo (MIBACT), in stretta collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), il Ministero della Difesa ed il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. L’organico coinvolge, invece, esperti altamente qualificati in vari settori, dagli storici dell’arte ai restauratori, con il supporto di ricercatori e professori universitari e personale militare, precisamente ufficiali specializzati provenienti dal Comando Carabinieri del Reparto Tutela Beni Culturali.
La Task force è stata ribattezzata dai media con il titolo di “caschi blu della cultura”, richiamando i noti caschi blu dell’ONU, impiegati in missioni umanitarie di pace. Per quanto erroneo sia l’accostamento sotto un profilo puramente giuridico, poiché i legittimi caschi blu possono essere impegnati solo a fronte di una decisione presa dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, mentre i caschi blu della cultura si pongono sotto la disciplina giuridica del Memorandum, la cui centralità sta nella necessità di richiesta di aiuto da parte dello Stato eventualmente beneficiario, la positività rappresentata dagli originali caschi blu ha permesso di raccogliere molto consenso a livello interno e internazionale nei confronti della call.
Per quanto riguarda le modalità di intervento, viene specificato nel Memorandum che è possibile attivare un’operazione solo su richiesta di uno Stato membro dell’UNESCO, il quale sia impegnato nella risoluzione di una crisi o nel contenimento dei danni di un disastro naturale. Dopo Aver ricevuto la richiesta, la task force può valutare se il suo intervento dovrà considerarsi preventivo o di supporto nel recupero post-crisi.
Tutte le attività della Task force sono considerate di estrema importanza e vengono avvalorate dal fatto che si armonizzano perfettamente alle richieste delle risoluzioni 48/C della 38° Conferenza generale dell’UNESCO, relativa alla tutela dei beni culturali, e 2219(2015) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, relativa al contrasto ai gruppi terroristici e al loro finanziamento. In tale cornice, il Governo italiano gioca un ruolo fondamentale per l’alimentazione di tale task force: esso mette a disposizione non solo le forze in termini di contingente militare e dell’expertise civile, ma si occupa anche del finanziamento e della periodica formulazione di rapporti da consegnare all'UNESCO sull'andamento del gruppo e delle sue attività. In tema di rapporti, il Governo italiano ha l’ulteriore responsabilità, al fine di garantire il necessario coordinamento con l’UNESCO, di istituire un focal point per i rapporti con l’Emergency Preparedness and Response Unit dell’Organizzazione.
Sebbene in linea teorica la Task force, che fa riferimento alla Dichiarazione Unite4Heritage, sia perfettamente strutturata e incontri grande favore da parte dell’opinione pubblica, nella pratica invece non ha ancora mai iniziato ad operare concretamente.
[1] Centro internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali ( https://www.iccrom.org/it )
[2] International Council of Museums ( https://icom.museum/en/ )
[3] Istituto internazionale per l'unificazione del diritto privato ( https://www.unidroit.org/ )
[4] International Council on Monuments and Sites ( https://www.icomositalia.com/ )
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