L’argomento di moltissimi Think Thank, opinionisti, testate giornalistiche e molti altri, nei primi giorni di questo 2019 è stato ipotizzare cosa ci riserverà il futuro a livello internazionale e nazionale.
Se vogliamo anche noi provare a individuare punti caldi futuri, personalmente focalizzerei l’attenzione del lettore di questo mio testo su pochi ma essenziali punti (a me cari ma che hanno una portata globale): ambiente e clima, le relazioni internazionali, economici e gli scenari geopolitici, l’evoluzione della società. La lista sarebbe più lunga, ma voglio concentrarmi su queste tre macro categorie che, come detto, mi interessano di più e trovo essere più universali e che si collegano alla quasi totalità delle vicende che oggi accadono.
Partiamo con il parlare del clima e dell’ambiente, argomento trattato in una puntata del podcast, anche se per sommi capi data la vastità dell’argomento. Nel 2019 ritengo che molto difficilmente si possa ad ambire a seri e strutturati programmi volti a ridurre l’inquinamento di aria, mare e terra. Le politiche percorse da diversi Paesi sembrano dettate più dalla necessità di far vedere che si fa più che dal programmare un serio piano volto a migliorare sia le condizioni dell’ambiente attuale sia quelle future, considerando inoltre un potente impatto positivo sulla salute di tutti noi. Il fatto che, però, io ritenga non si arrivi a questi programmi (ed alla loro attuazione) evidenzia come non si voglia dare peso a ciò che, in percentuale che ritengo rilevantissima, sta alla base al nostro futuro su questo pianeta che tutti noi chiamiamo casa. Il non prestare attenzione ai consumi, agli sprechi di cibo e di energia e di risorse, la noncuranza rivolta all'ambiente denotano una mentalità descrivibile con le proposizioni “tutto, qui e subito” e con “ci penseranno altri” ma ciò che anni di scoutismo mi hanno insegnato è che uno dei migliori propositi, o forse il migliore, che un essere umano possa avere è quello di lasciare il mondo un poco migliore di come lo abbiamo trovato. Seria consapevolezza dunque e piccole e concrete azioni da parte di tutti possono fare tanto.
Il discorso sull’ambiente e il clima, così come quello sui comportamenti miopi ci porta, conseguentemente, all’evoluzione (o arretramento) delle nostre società. Si potrebbe evidenziare come stia sorgendo una sorta di imbarbarimento o meglio, una sorta di incattivimento nella popolazione soprattutto in quella Occidentale. Dalla crisi del 2008, ma anche negli anni precedenti, tutti noi abbiamo pagato scelte scellerate e folli partorite negli anni ’80 -’90 in Italia e non solo. Le proteste nei confronti di politiche che, in Europa, sono state imposte senza la volontà di analizzarne gli effetti su ambienti e società differenti tra loro, facendoci così giungere a quella crisi del mondo liberale, di cui l’Occidente è stata portatrice, analizzata da molti politologi. Se però da un lato questo ordine non sembra aver avuto le basi, le fondamenta necessarie per potersi innovare e rimodulare, dall’altro lato non mi sembra di poter affermare che possano esserci credibili alternative già da adesso efficaci, condivisibili e capaci di imporsi. Esistono sicuramente alternative che spaziano dall’ordine sino-centrico, al tentativo della Russia di non essere più un semplice attore regionale, all’Europa (estremamente instabile e sempre più lacerata da conflitti interni sia ai suoi stessi Stati membri che tra questi ultimi). Il 2019 immagino non ci riservi soprese nemmeno in questo senso, anzi è ipotizzabili credere che possa esistere un ulteriore logoramento della tenuta sociale occidentale, la quale sta venendo dominata sempre più da azioni violente e folli, una sorta di imbarbarimento per certi aspetti parallelo a quei periodi di turbamenti, violenze generalizzate e crisi socio-economica che caratterizzò l’ultimo periodo di vita dell’Impero Romano, considerandone le dovute differenze ovviamente.
Le relazioni internazionali, economiche e geopolitiche sono dunque il terzo macro argomento di questo commento breve. Già precedentemente accennato nella sezione riguardante la società, sembra evidente concentrarsi sugli attori che influiscono in maniera rilevante lo scenario internazionale: gli Stati Uniti e la Cina. Il primo Paese è quello che, benchè descritto da molti analisti come una potenza in lento declino, ancora riesce ad influenzare politicamente, economicamente, socialmente e militarmente le scelte della società internazionale. Caratterizzato anch’esso da difficoltà quali equità sociale, disuguaglianze crescenti, perdita di parte della centralità acquisita negli anni ’90, continua tuttavia ad essere un punto di riferimento per il mondo occidentale e per molti Paesi, benchè ciò mascheri, a mio modo di vedere, l’esaurimento di un diffuso programma sociale che era assimilabile in qualche modo al “sogno americano” e dunque alla necessità di rimodularlo o di proporne uno nuovo. La Cina, d’altro canto, sta provando a ritagliarsi uno spazio suo e vuole ambire a possedere uno spazio geopolitico proporzionale alle sue dimensioni economiche e demografiche. Protagonista, assieme all’India, di una puntata del podcast, la si potrebbe descrivere come un gigante con i piedi d’argilla poiché alla base del grande sviluppo cinese risiede un ingente debito, il quale può rappresentare forse la nuova bolla che, se dovesse scoppiare, potrebbe proiettare il mondo in una crisi con risvolti molto più distruttivi di quelli che faticosamente stiamo provando a sconfiggere dal 2009.
L’Europa, la quale potrebbe essere il terzo polo mondiale a livello geopolitico, ha, come detto nel mini capitoletto, ha sempre maggiori difficoltà nel proporre un suo modello politico, socio-economico e di sviluppo. La presenza di un sempre maggior numero di politici che non posseggono più quella dote fondamentale dello statista (“guidare e non farsi guidare”, n.d.r.) non permette di poter anche solo sperare ad un cambiamento nel breve termine. L’appuntamento elettorale del 2019 potrebbe essere un punto di svolta o quanto meno il momento in cui si potranno fare maggiori e più approfondite riflessioni.
Questi tre macro argomenti in conclusione possono essere realmente i tre cardini che caratterizzeranno il 2019 e attraverso i quali si possa anche provare a prevedere alcuni scenari futuri di come potrebbe essere la nostra vita più avanti nel tempo.
Non resta che attendere e vedere cosa accadrà.
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