L'argomento dell'articolo di oggi, riguarda sia un mezzo militare ma anche, tra le righe, un discorso incentrato sulla tecnologia, sull'importanza della tecnologica nello sviluppo di un mezzo militare. Spesso però, soprattutto nel mondo militare americano, si cerca l'iper tecnologia o, come si può ogni tanto leggere su alcuni articoli nelle riviste dedicate al mondo militare, la tecnofede. Inseguire dunque il solo sviluppo tecnologico può essere, in alcuni casi o in alcuni periodi, controproducente. L'F-22, F-35 e la classe Zumwalt possono esempi perfetti. Questi mezzi saranno certamente il futuro ma ad oggi pagano, nel loro sviluppo, il fatto di essere molto avati, molto proiettati nel futuro e questo pesa ovviamente in quanto a costi e sviluppo. Per esempio, la classe Zumwalt doveva in origine consegnare 32 navi, scese poi a 3 a causa del continuo lievitare dei costi ed in più ed anche il sistema di fuoco originario, il cannone ad induzione e il proiettile al tungsteno, è stato sosstituito con un altro sistema di fuoco, anch'esso potente ovviamente, ma più economico del precedente, dato che il sistema originario aveva un costo di 800 mila dollari per singolo colpo. Ma, come già detto, queste tecnologie saranno il futuro e già ora devono essere sviluppate, non si deve tuttavia dimenticarsi, in fase di progettazione e di costruzione, il loro impiego nei teatri operativi di oggi e sopstrattuto la praticità dei mezzi militari che si stanno sviluppando.
Perchè però, ad un certo punto, si devono progettare e costruire nuovi armi, nuovi mezzi?
Una vulgata molto diffusa nel nostro tempo è quella che afferma che ogni oggetto, ogni mezzo, ogni cosa abbia un tempo di vita utile. Un tablet, un cellulare, un’auto, una lampadina hanno un lasso di anni oltre il quale smettono di funzionare o cominciano sempre meno ad essere efficaci e così siamo costretti a cambiarli. Questo discorso lo si riporta, giustamente, anche sui mezzi militari che devono essere aggiornati per stare costantemente al passo con i tempi oppure sostituiti qualora non sia più possibile impiegarli nei teatri operativi. I termini militari che indicano questo lasso vitale di utilizzo si identificano in vita operativa (se parliamo dell’utilizzo dello strumento nello scenario) oppure di vita tecnica (il lasso di tempo entro cui lo strumento può utilizzato ma dopo la quale deve essere revisionato e/o riparato).
Ma, ad ogni regola esiste un’eccezione o meglio, eccezioni. Queste possono essere, parlando di strumenti militari, l’AK-47 e tutte le sue evoluzioni fino all’AK-74 oppure l’MG-42/59 e come queste due armi molte altre. L’eccezione su cui però vorrei soffermarmi si chiama Fairchild-Republic A-10 Thunderbolt II, meglio noto con il semplice nome di A-10 oppure con quello gergale di Warthog (facocero in italiano).
L’A-10 è un aereo da CAS/COIN (Close Air Support/COunter INsurgency), cioè da supporto aereo ravvicinato (sotto i 300 metri di altitudine) e da operazioni di contro insorgenza. Questo velivolo, pesantemente corazzato ed estremamente/sufficientemente potente e armato, fu sviluppato negli anni ’70 su precisa richiesta dell’Air Force americana con il compito di portare supporto alle unità di terra contro qualunque tipologia di nemico, da unità di fanteria ai mezzi corazzati.
Aspetto che, personalmente, giudico rilevantissimo: l’A-10 è stato progettato per sopravvivere. Infatti, ogni sezione vitale dell’A-10 è protetta da piastre corazzate e può, per esempio, volare con un’ala danneggiata e parzialmente distrutta oppure anche con un solo motore. È talmente resistente, versatile ed utile che l’USAF prima e poi il Congresso ne hanno esteso la vita utile fino al 2028 (anno di entrata in servizio: 1977) ma forse, secondo alcune fonti, sono da aggiungersi ancora una decina di anni. È talmente così importante che il Congresso ne ha vietata la vendita all’estero, ponendolo sullo stesso piano dell’F-22 Raptor, un onore dunque, se paragoniamo i due velivoli. L’A-10 può volare per un tempo lunghissimo intorno al campo di battaglia, necessita di piste corte per il decollo o l’atterraggio, ha le parti intercambiabili tra il suo lato destro e sinistro, può atterrate senza il sistema idraulico, non necessita di particolari officine ma anzi può essere riparato in una semplice officina vicino al teatro di impiego. Ha inoltre un carico utile di 7.200 chilogrammi, i piloti hanno la possibilità di pilotare di notte ed è stato nel corso degli anni sempre aggiornato per essere sempre disponibile. Infine, costa relativamente poco: meno di 19 milioni di dollari a pezzo (aggiornato al 2015. Prima costava anche meno tra i 12 ed i 15 milioni). Volendo fare un paragone con altri aerei, gli ultimi modelli dell’F-16 (F-16E/F) costano circa 27 milioni, l’F-15K 31 milioni e poco più nel 2006. Se poi prendiamo quello che doveva sostituirlo, l’F-35, il paragone è infimo perché quest’ultimo supera, in tutte le sue configurazioni i 90 milioni, arrivando sopra i 115 se parliamo della configurazione per decolli e atterraggi corti (F-35B) o ancora, l’F-22 Raptor ha un costo unitario di 335 milioni di dollari circa contando anche la ricerca e sviluppo.
Insomma, per fare un paragone molto semplicistico, l’A-10 è il Nokia modello base, il vecchio Nokia 1200 (se non mi sbaglio) oppure, soprattutto per chi frequenta spesso la campagna come me, la panda vecchio modello. Paragoni che sembrano improponibili, me ne rendo conto, ma che alla cui base posseggono lo stesso ragionamento: sopravvivere/essere indistruttibile.
Una domanda però, a questo punto, può sorgere spontanea volendo tornare a parlare seriamente del mezzo militare in analisi. Come può un aereo di tal fatta, molto rustico (per usare un termine estremamente semplice ed immediato), entrato in servizio nel 1977, volare per 60 anni, a maggior ragione nel momento in cui si parla dei compiti che p chiamato a svolgere in uno scenario operativo sempre più tecnologicamente avanzato e sempre più composto da difese stratificate e capaci di rilevare aerei studiati apposta per bucare le difese aeree, come per esempio l’S-400 russo? Le ragioni posso essere sostanzialmente due: la lungimiranza degli ingegneri e dei progettisti, i quali si sono attenuti al loro compito creando uno strumento semplice ma perfettamente efficace il quale assolve il suo compito in qualunque condizione si trovi, e l’indecisione o forse, più provocatoriamente, potremmo affermare l’incapacità decisionale del Pentagono di decidere quando sviluppare un nuovo A-10.
In origine infatti si pensava che l’F-35 potesse assolvere anche ai compiti CAS/COIN dell’A-10, dato che questo aereo super tecnologico fu studiato come piattaforme universale per qualunque tipologia di missione. La realtà dei fatti e degli scenari nei quali avrebbe dovuto operare ha presto fatto tramontare tale ipotesi e si cominciò a studiare, pertanto, il progetto A-X. Questo progetto, avviato del 2015, è volto alla sostituzione dell’A-10 e sta sviluppando modelli e prototipi ma è appena agli inizi. I ritardi accumulati dall’F-35 hanno conseguentemente posticipato la progettazione e lo studio di un nuovo A-10, costringendolo a rimanere in servizio, date le sue caratteristiche peculiari e inarrivabili per qualunque altro aereo.
Il progetto A-X ha, pertanto, lo scopo principale e fondamentale di costruire un velivolo, o meglio, un asset pesantemente blindato che possa portare in volo il cannone di tipo gatling da 30mm a sette canne, l’arma dell’A-10, capace di sparare poco meno di 4.000 colpi al minuto e che possa operare nei nuovi scenari operativi.
Però, in attesa del nuovo Warthog americano, continuerà -negli ambienti operativi che lo consentono- a regnare ancora l’”indistruttibile” A-10, confermando il vecchio detto che recita che il passato non passa mai di moda oppure, come in questo caso, nonostante le molte difficoltà che incontra, il passato non muore mai o, quando lo fa, ci mette molto tempo.
L’insegnamento che questo velivolo porta con sé, che è anche il fine ultimo di questo articolo, deve essere una lezione per tutti i progettisti, gli ingegneri e i capi decisionali nei meccanismi politico-industriali nel settore della Difesa: il mezzo eccessivamente avanzato o tecnologico spesso risulta essere perdente se paragonato ad un mezzo semplice, rustico ma che assolve egregiamente ai suoi compiti. Si deve rimanere al passo con i tempi, con un occhio al futuro, ma senza però perdere di vista la realtà degli scenari operativi.
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