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  • Immagine del redattoreMarco Cencio

La Common Security Defense Policy - L’Unione Europea nell'area della ex Jugoslavia


Il nuovo emblema della missione europea, adottato nel marzo del 2017

Il 2 dicembre 2004, all’interno del quadro dell’operazione militare ALTHEA, l’Unione Europea ha dato il cambio alle forze NATO dislocate in Bosnia Erzegovina. Questo dispiegamento militare europeo, che è stato presentato dai suoi iniziatori come un test per la Politica Europea di Sicurezza e Difesa (PESD), si inscrive in una dinamica d’europeizzazione dei dispositivi internazionali inseriti nei Paesi membri.

A partire dall'analisi di ALTHEA, si vuole proporre una riflessione sull'emergere di una competenza europea in materia di gestione militare e civile nelle fasi di transizione tra una crisi e la successiva pace.


L’operazione EUFOR - ALTHEA


La Bosnia Erzegovina, una delle sei repubbliche balcaniche che composero l’Ex-Jugoslavia, fu teatro, a partire dal 1992, di una sanguinosa guerra civile che arrivò ad una svolta solo nel 1995 con la firma degli “accordi di Dayton”, dopo numerosi interventi della comunità internazionale e della NATO. L’accordo prevedeva che venisse costituito un unico paese, la Bosnia Erzegovina, ricomprendente due entità: una federazione croato-musulmana e una repubblica serbo bosniaca. Inoltre, prevedeva la costituzione di un governo centrale, di una moneta comune, di un unico parlamento e il rientro di tutti i profughi alle loro case. Si trattava di un accordo di non facile attuazione per il nuovo Stato e per questo venne prevista la presenza di una forza multinazionale di pace della NATO, a garanzia del rispetto degli accordi.

Il 2 dicembre del 2004, a distanza di nove anni dalla fine della guerra, l’Unione Europea lanciò un’operazione militare in Bosnia Erzegovina, la cosiddetta “operazione ALTHEA”, su mandato dal consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSCR 1551 del 9 luglio 2004) e con l’appoggio dalla stessa NATO. L’operazione vede essere impegnata la forza militare europea (EUFOR) con l’obiettivo di supportare lo Stato nella sua transizione verso il consolidamento politico ed economico, impegnandosi in attività di stabilizzazione.

A mano a mano che il paese si è rafforzato, le forze impiegate all’interno del paese sono state ridotte ed anche gli obiettivi della missione sono stati riconfigurati.

Attualmente, l’attenzione principale è stata data al potenziamento delle capacità delle forze armate del paese al fine di consentire l’integrazione dello Stato nel contesto Euro-atlantico. Sono stati mantenuti, pertanto, degli asseti (multinational battaillon - MNBN) che garantiscano il sostegno alle autorità della Bosnia Erzegovina per il mantenimento di un ambiente sicuro e protetto in linea con quanto richiesto dal consiglio di sicurezza delle nazioni unite.


L’UE e la componente Common Security and Defense Policy (CSDP) – Il quadro istituzionale


Inquadrare la politica europea in materia di sicurezza e difesa risulta difficile.

In un quadro generale, in materia di politica estera e difesa comune, l’Unione Europea ha come obiettivo quello di preservare la pace e rafforzare la sicurezza internazionale, promuovere la collaborazione internazionale, sviluppare e consolidare la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Storicamente, già alla fine della Seconda guerra mondiale fu ideata un’alleanza, tra i paesi europei occidentali, il cui primo intento fu quello di offrire sostegno militare reciproco in caso di aggressione esterna. Dopo la formazione dell’Unione Europea, la WEU nota anche come UEO (Unione Europea Occidentale, n.d.r.), dapprima incorporata all’interno degli organi dell’unione venne poi sciolta nel 2011.

In seguito, con il Trattato firmato nel 1992 a Maastricht vennero poste le basi dell’Unione Europea e furono definiti i tre pilastri su cui questa nuova istituzione avrebbe dovuto reggersi: la comunità europea, una politica comune di affari esteri e sicurezza giustizia e affari interni.

In realtà però, il progetto di una difesa comune rimase sulla carta per molto tempo fu solo nei primi anni 2000 che si iniziarono a definire concretamente i quadri per una difesa e sicurezza comune europea. Uno dei primi passi in questa direzione fu fatto nel 2003, nell'ambito di collaborazione NATO-UE, con la firma del BERLIN+ Agreement. Il BERLIN+ prevedeva la possibilità di missioni/operazioni di peacebuilding e peacekeeping a guida europea laddove la NATO non fosse direttamente presente con sue missioni. Inoltre, fu prevista la possibilità, per la nascente EUFOR, di servirsi di assetti dell’Organizzazione e l’inserimento di una cellula EU all’interno di SHAPE[1]. Questo accordo permise per la prima volta di avere missioni direttamente condotte dall’Unione Europea, tra cui la già citata “EUFOR - ALTHEA” in Bosnia Erzegovina e l’operazione “Concordia” in Macedonia[2].

Nel 2009 con la firma del “Trattato di Lisbona”, l’assetto CSDP fu nuovamente ristrutturato al fine di rientrare in un’ottica di comprehensive approach[3] dove componente politica, civile e militare cooperino al fine di raggiungere una migliore gestione delle situazioni di crisi. Il trattato, inoltre, istituì l’EEAS - European external action service, un ente diplomatico “ibrido”, composto da diversi dipartimenti afferenti a diverse competenze, posto sotto la guida dell’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

L’ultimo recentissimo passo dell’Unione Europea nell'ambito di sicurezza riguarda la firma, da parte di 23 Paesi europei, della PESCO - Permanent Structure Cooperation, finalizzata al raggiungimento di una migliore integrazione degli Stati europei in materia di difesa, la quale dovrebbe permette una migliore integrazione tra gli stati nella risposta alle crisi, ponendosi non come una minaccia per la NATO, ma come un rinforzamento strategico per l’Unione Europea.


EUFOR ALTHEA nel contesto della CSDP


Collocando la missione all’interno di questo quadro istituzionale, EUFOR-ALTHEA risulta essere un braccio dell’Unione Europea nella prospettiva del comprehensive approach, entro la quale questa si muove, e infatti questa missione risulta essere inquadrata all’interno della CSDP europea. L’impegno dell’Unione Europea in Bosnia Erzegovina non è solo mosso verso una politica di difesa e sicurezza ma ricomprende anche una dimensione più ampia di sviluppo e diplomazia. Il contributo dell’EUFOR in questa ottica è infatti quello di assistenza nella creazione delle condizioni affinché si raggiunga, come obiettivo a lungo termine, una Bosnia Erzegovina effettivamente stabile, pacifica, multietnica, in grado di cooperare pacificamente con le nazioni confinanti e definitivamente reindirizzata verso il processo di ammissione nell’Unione Europea.

Nel caso della missione in Bosnia, come per tutte quelle a direzione europea, vi è una diretta cooperazione tra il Rappresentante speciale UE (EUSR), che si trova in loco, e l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza (HR che sta per High Representative, n.d.r.), di tipo politico strategica. I comandanti della forza europea si coordinano poi direttamente con l’EUSR della Bosnia Erzegovina al fine di assicurare l’armonia dell’operazione militare dell’unione europea con le più generali attività dell’UE in Bosnia Erzegovina.


Conclusioni


È chiaro come EUFOR- ALTHEA rappresenti il primo vero esperimento di una forza militare europea che, come ribadito dai rappresentanti dell’Unione, non mira ad essere concorrente della NATO ma a rafforzare la componente europea presente in essa. Con EUFOR si è cercato di stabilire un nuovo ruolo dell’Unione nel contesto internazionale, un’Unione Europea rafforzata dove tutte le componenti collaborano per il raggiungimento di un obiettivo comune.

Il contesto odierno non si presta più alla visione di conflitto/post conflitto del passato, dove componente militare e civile lavorano per compartimenti stagni. Oggi la gestione di una situazione di conflitto o di post conflitto necessita di una cooperazione tra i vari strumenti cioè tra le componenti diplomatica, militare ed economica.

Ad oggi la situazione odierna, non ci permette di dare previsioni sul futuro, che si preannuncia tutt'altro che certo, se in fin dei conti sono stati fatti notevoli passi, permangono tuttavia ancora molte barriere.







[1] SHAPE: Supreme Headquarters Allied Power Europe, è l’ente responsabile delle attività di comando sulle forze NATO in Europa, quartier generale politico dell’Alleanza e sede permanente del Consiglio Nord Atlantico, organo politico decisionale della NATO.

[2] Operazione “Concordia” - si tratta della prima missione militare a guida dell’Unione Europea, il cui scopo è quello di condurre compiti operativi e di consulenza a supporto delle iniziative della Comunità Internazionale volte a favorire la piena attuazione dell'Accordo Quadro di Ohrid ed al mantenimento della stabilità politica del Paese e della regione balcanica. La missione si è conclusa nel 2003.

[3] Comprehensive approach, modus operandi di derivazione NATO

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