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Pasquale Giurato

La dottrina DDR e il suo sviluppo nelle organizzazioni internazionali


I programmi DDR fanno seguito sia a conflitti armati interni (come guerre civili o insurrezioni) sia a conflitti tra vari Stati, dove il disarmo è a tutti gli effetti una riduzione delle dimensioni delle forze militari ed una riconversione delle spese belliche verso l’economia civile.1 In questi contesti di ricostruzione post conflict e fragilità degli Stati, i programmi DDR combinano elementi di diversa natura (politica, di sicurezza, economica e sociale). Essi rappresentano una necessita imprescindibile all’interno di politiche pubbliche e/o di interventi da parte di organizzazioni internazionali volti al rafforzamento della pace ed alla costruzione di istituzioni statali solide: della riforme del settore sicurezza all’assistenza umanitaria allo sviluppo economico, dalle politiche di sostegno all’occupazione, dall’aspetto psicosociale della reintegrazione al riprestino e mantenimento delle sicurezza ed alla riduzione di forme di violenza collettiva. I programmi DDR si sono sviluppati dopo la fine della Guerra Fredda, in particolare dopo il 1991. Infatti, il passaggio dal mondo bipolare ad uno multipolare ha portato due conseguenze importanti. La prima riguarda i conflitti definiti “frozen” – conflitti periferici dove il confronto tra Stati Uniti e Unione Sovietica aveva impedito un ricorso diretto alle armi, ma non placato le tensioni – scoppiassero (come nei Balcani, Africa etc.), determinando un aumento dei conflitti post 1991. La seconda conseguenza è il rinnovamento dell’attivismo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in materia di risoluzione dei conflitti ed assistenza post-conflitto. Durante il 2012, l’ONU ha condotto sedici Peacekeeping Operation (diciassette, se si conta quella fallita in Siria).2


Il concetto della DDR I programmi di «disarmo, smobilitazione e reintegro» (DDR, disarmament, demobilization, reintegration) sono destinati sia ad unità militari che a forze ribelli nel momento in cui un trattato di pace sancisce la fine del conflitto armato, e si riscontra la necessità per questi soggetti di tornare alla vita civile. I programmi di DDR solitamente vengono eseguiti in contesti di peacebuilding e di state-building, in cui il disarmo dei combattenti risulta essere una delle priorità per potere garantire la sicurezza e la stabilità dei lavori sopra indicati.

Secondo la NATO la DDR è uno strumento per aumentare la stabilità in un’area post conflittuale; mentre per le Nazioni Unite la DDR ha lo scopo di affrontare lo stato post conflittuale, evitando che i combattenti siano lasciati da soli.3

Il processo di DDR prevede delle condizioni perché venga attuato:

  1. un accordo di pace

  2. fiducia nel processo

  3. volontà delle parti

  4. garanzia di sicurezza

Disarmo

L’ONU definisce questa fase come “il recupero, la documentazione, il controllo e lo smaltimento di armi da tasca (“small arms”), munizioni, esplosivi ed armi leggere e pesanti in mano a forze combattenti e spesso anche alla popolazione civile. Il disarmo prevede anche lo sviluppo di programmi di gestione responsabile delle armi. Tale fase a livello politico è decisiva in quanto certifica la fine del gruppo armato in quanto tale, ed in alcuni casi lo avvia ad una riabilitazione come forza politica.

Il disarmo prevede delle fasi:

  • raccolta di informazioni e pianificazione operativa

  • raccolta e recupero delle armi

  • gestione delle scorte di armamenti

  • distruzione e immagazzinamento delle armi

La prima fase comporta la scelta dell’approccio di ricerca delle armi da utilizzare, che sia statico o mobile; l’approccio statico indica la creazione di un’area in cui le milizie e i civili in possesso di armi devono consegnarle, mentre l’approccio mobile indica che le forze militari impiegate nel programma di DDR andranno in cerca delle armi. Importante in questa fase è un’adeguata campagna di sensibilizzazione del programma.

La seconda fase indica la creazione di pick up zone (approccio mobile) o dei weapon collection points (approccio statico), ovvero la creazione dei siti di disarmo in cui vengono stoccate le armi e fatti brillare gli esplosivi. Vengono create le squadre di disarmo che si occuperanno di accogliere le milizie e la popolazione in possesso di armi, prendendo queste e catalogandole, registrandone i numeri di serie. Questo personale ha anche lo scopo di garantire la cornice di sicurezza e gestire i foreign fighters.

La terza fase indica che le scorte raccolte devono essere stoccate in aree che devono essere mantenute sicure contro eventuali furti o attacchi.

La fase quattro indica una cerimonia pubblica di distruzione di armi e la stesura di un programma di redistribuzione delle armi ai membri delle forze armate e di polizia locali.


Smobilitazione (Demobilization)

La smobilitazione è il congedo formale e controllato dei combattimenti attivi, appartenenti alle forze armate o ad altri gruppi armati con lo scopo di trasformarli in civili. Questi possono essere introdotti in dei centri temporanei in cui vengono verificati i requisiti di questi ultimi, cioè viene verificato se sono effettivamente degli ex combattenti.

Le principali attività di questa fase sono le seguenti:

  1. Registrazione. Gli ex-soldati vengono schedati in base alle loro generalità e provenienza; a ciascuno viene distribuita una carta d’identità che mostri lo status di ex-combattente e l’ammissione al programma DDR.

  2. Visite mediche.

  3. Corso di orientamento pre-congedo.

  4. Congedo. Gli ex-combattenti vengono congedati dopo la consegna di documenti che provino e dimostrino la partecipazione al programma, i benefici ed eventuali sussidi, e lo stato di ex-combattente.

Reintegrazione e Reinserimento (Reinsertion)

La reintegrazione è la fase conclusiva del processo di DDR. Gli ex combattenti che sono stati valutati idonei nella fase precedente, hanno la possibilità di seguire dei corsi professionali (ad esempio un corso di meccanico) affinchè questi possano essere reinseriti nella vita civile svolgendo un’attività che non preveda l’uso delle armi. Il reinserimento si colloca tra la smobilitazione e la reintegrazione. Viene definito come “l’assistenza offerta agli ex combattenti duranti la fase di smobilitazione, ma prima del processo di lungo periodo della reintegrazione. Il reinserimento è una forma di assistenza transitoria per pagare i costi delle necessità primarie dei veterani e del loro nucleo famigliare. Tale assistenza può includere indennità di sicurezza, cibo, vestiti, riparo per la notte, assistenza medica, istruzione e corsi di formazione e altri strumenti vari. Mentre la reintegrazione è un processo di sviluppo economico e sociale di lungo periodo, il reinserimento rappresenta un’assistenza materiale o pecuniaria di breve periodo (fino ad un anno) con il fine di soddisfare le necessità più immediate.

Alcuni esempi di attività di supporto alla reintegrazione includono:

  1. Informazione, assistenza e referenze.

  2. Reintegrazione economica. Esempi di assistenza che favoriscano la generazione di reddito includono: accesso alla terra e alla proprietà privata, lavori pubblici e socialmente utili, finanziamenti e assistenza per attività commerciali, sussidi e salari per le imprese che decidono di assumere veterani etc.

  3. Reintegrazione sociale. Favorire attività che promuovano un rapporto positivo tra ex-combattenti e comunità, e fare in modo che quest’ultima riacquisti la fiducia dei veterani e viceversa.


Le condizioni di funzionamento delle dottrine DDR e le Organizzazioni Internazionali

Le dottrine DDR delle organizzazioni internazionali più importanti come NATO, UE e EUA, evidenziano un parallelismo importante e netto con la dottrina DDR delle Nazioni Unite. Le uniche piccole differenze fanno capo a NATO e ONU, dove per la prima il programma DDR è visto come uno strumento per aumentare la stabilità in un’area post-conflict; mentre per la seconda il programma ha l’obiettivo di affrontare la ricostruzione post-conflict, evitando che gli ex combattenti vengano lasciati soli. Nonostante ciò, tutte queste istituzioni hanno comunque un modus operandi che si basa sulle disposizioni generali delle Nazioni Unite. Tutte le dottrine delle organizzazioni concordano sul fatto che il processo di DDR non può essere implementato separatamente dal processo più ampio di ricostruzione della pace postbellica e recupero dello stato nazionale. È molto importante per chi progetta e implementa programmi DDR collegare tali programmi a più ampi progetti di pace, recupero e sviluppo socioeconomico sviluppati dai governi nazionali e dalle società di quei paesi che stanno uscendo dal conflitto. Il processo di DDR dovrebbe quindi contribuire al progresso dell'istruzione formale, allo sviluppo dell'agricoltura, alla creazione di piccole imprese come microimprese e altre attività generatrici di reddito, formazione professionale e apprendistato, collocamento lavorativo, promozione dei diritti umani e della giustizia, integrazione delle forze combattenti negli eserciti nazionali e la costruzione della riconciliazione e dell'unità nazionale. Il successo del processo DDR dipende pesantemente dalla volontà politica delle parti in conflitto. Tutte le parti in conflitto dovranno rispettare i termini dell'accordo di pace e gli impegni assunti come firmatari di qualsiasi accordo di pace. Inoltre, dovrebbe esserci un piano per la progettazione di programmi DDR affinché i governi nazionali e la loro società civile assumano le componenti chiave del processo DDR una volta che le parti esterne inizino a trasferirsi fuori dal paese o ad attuare la loro missione di costruzione della pace. Molto importante, è la concezione comune a tutte le organizzazioni anche che i processi di DDR dovrebbero assumere, in alcuni casi, un approccio regionale, specialmente in regioni instabili come nella regione del Grande Laghi in Africa, o nel Medio Oriente. Ciò ridurrebbe l'incentivo per il commercio di combattenti e armi tra le frontiere. Altro punto comune alle dottrine delle organizzazioni si trova nel caso degli accordi negoziati. In particolare, si fa riferimento al fatto che è di vitale importanza che la DDR sia inclusa nelle prime fasi dei negoziati di pace. Tutte le parti in conflitto devono acquistare nel programma DDR. A volte occorre una terza parte neutrale (che possono essere le Organizzazioni, le ONG etc.) per intervenire durante le prime fasi dei negoziati di pace, al fine di dissipare i sospetti, creare fiducia e sottolineare l'importanza della DDR per la pace sostenuta. In altri casi, occorrono dimostrazioni pubbliche dell'impegno e del sostegno finanziario ai processi di DDR da parte della comunità internazionale affinché le parti in conflitto abbiano fiducia nella DDR. Nazioni Unite, Unione Europea, NATO, e Unione Africana hanno una visione comune anche nell’idea che processi di DDR devono essere accompagnati da seri sforzi nella riforma dei meccanismi dello stato di diritto e dei settori della sicurezza. I processi di DDR potrebbero essere anche migliorati se i governi nazionali e gli enti regionali concordassero misure volte a ridurre o eliminare la proliferazione delle armi leggere e di piccolo calibro. In altre parole, la fase di disarmo della DDR trarrebbe vantaggio da un più ampio controllo degli armamenti e misure di riduzione delle armi intraprese a livello regionale o globale. In sesto luogo, è stato scoperto che quei programmi DDR che offrono grandi benefici agli ex combattenti durante la fase di smobilitazione possono causare un risentimento maggiore tra la popolazione civile. In un certo senso, questi aiuti vengono considerati dai civili come ricompensanti per coloro che possono aver commesso atrocità durante il conflitto violento. La lezione appresa in questo campo dalle organizzazioni internazionali, è che probabilmente è meglio utilizzare l'assistenza in natura o altre forme di sostegno materiale che potrebbero avere benefici per la comunità in generale e non solo per l'ex combattenti.4 Di particolare rilevanza è anche l'idea di scambiare armi per denaro che sembra avere risultati in alcuni punti. Tuttavia, questa strategia di smilitarizzazione potrebbe non funzionare nei luoghi in cui il possesso di armi e il loro uso sono accettati come valore culturale. Mentre i pagamenti di incentivi forfettari agli ex combattenti possono contribuire a stimolare l'economia locale, possono anche avere un effetto inflazionistico inverso. L'utilizzo di pagamenti in contanti da parte di organizzazioni coinvolte nei programmi DDR ha a volte portato a frodi, cattiva gestione dei fondi e divergenza dei fondi di assistenza da beneficiari mirati e dall'estorsione. Per evitare questi problemi, gli incentivi non liquidi come i buoni del supermercato vengono distribuiti durante la fase di raccolta delle armi della DDR. Alcuni hanno raccomandato il rafforzamento delle norme culturali contro il possesso e l'uso di armi come risposta a questo problema. Inoltre, potrebbe essere una buona idea potenziare i diversi programmi di post-disarmo e smobilitazione degli armamenti per monitorare le armi leggere e di piccolo calibro non attivate durante la fase di disarmo dei programmi DDR. Le comunità dovrebbero essere consapevoli dell'importanza della raccolta e del controllo delle armi leggere dopo la fine dei programmi di disarmo formale. Il caso UNDP Arms for Development in Sierra Leone ne è un esempio. Quando i responsabili della progettazione dei programmi DDR sono flessibili, di solito possono apportare modifiche positive ai programmi. Inoltre, i benefici del reinserimento dovrebbero essere adattati in base all'età, al genere, ai titoli di studio e alle capacità fisiche del destinatario. Le donne, in particolare, hanno un peso enorme nelle società post-conflitto. Non solo molti di loro hanno bambini, il risultato di stupri e matrimoni forzati, molti di loro sono coinvolti nel fornire assistenza per ex combattenti smobilitati, ex combattenti disabili e coloro che sono malati cronici. In conclusione, tutte le organizzazioni con a capo le Nazioni Unite concordano nell’idea che l’efficacia dei processi di DDR vacui a meno che non siano articolati in ampi sforzi di risanamento nazionale finalizzati alla ricostruzione degli Stati colpiti e alla costruzione di una pace sostenibile.


1 “I programmi di disarmo, smobilitazione e reintegrazione per ex-combattenti: linee guida e considerazioni preliminari”, Benjamin Petrini.

https://www.difesa.it > Documents> petrini (PDF)


2 Ibidem


3 Ecointernazionale.com


4 I programmi di disarmo, smobilitazione e reintegrazione per ex-combattenti: linee guida e considerazioni preliminari”, Benjamin Petrini.

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