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Immagine del redattoreMarco Cencio

Stati Uniti e Trump post midterm election

Un’occasione di commento, di analisi e di studio


Le elezioni di medio termine (meglio conosciute come elezioni di midterm) sono una peculiarità tutta americana, più precisamente di un sistema politico in continua elezione. La natura di elezioni come questa non è primariamente una “valutazione intermedia” del presidente, benché alla fine si sia identificato poi appunto con una valutazione sull'operato del presidente e del suo partito dato che interessa la Camera (intera, 435 seggi) e circa un terzo del Senato (33/34 seggi), i governatori di 36 Stati, governatori che hanno mandato quadriennale, e diversi sindaci ed altre elezioni locali. Come si evince dunque, benché non si esprima un’opinione diretta sul Presidente in carica, per via indiretta ovviamente si possono esprimere giudizi ed indirizzi politici, tramite il voto. Come ultima precisazione iniziale bisogna però notare come sia fisiologico, per il partito del Presidente, perdere seggi e fino ad una tra la Camera o il Senato o tutto il Congresso, durante queste elezioni.


Le midterm election di oggi. Alcune osservazioni


La prima osservazione riguarda le aspettative e le congetture pre voto. Come da previsioni, il partito Democratico è riuscito ad assumere la maggioranza della Camera ed a far eleggere diversi governatori e molti sindaci. I consensi in crescita per quello che possiamo definire il partito di opposizione alle politiche di Trump possono essere una nuova ventata di energie ed idee per un partito, quello Democratico, apparso in crisi ed incapace di rispondere efficacemente alla violenza verbale ed alle politiche del presidente in carica. L’assenza di una figura dominante da lanciare per le presidenziali del 2020 è sembrato essere uno svantaggio in questi due anni ma ora, si può presumere, date le figure giovani e dinamiche emerse in questa campagna di midterm, può essere un vantaggio poiché ora vi è la massima libertà di scelta politica e di individuazione delle strategie future. Il terreno, dal mio punto di vista, sembra fertile e propizio per una seria e realistica analisi dell’elettorato e dei problemi presenti negli States.

L’elettorato, e più in generale, la società americana sta cambiando pelle (si può dire nel vero senso della parola) poiché la popolazione dei giovani americana sia ha mostrato un ritorno al voto con percentuali veramente elevate sia ha mostrato un terreno di ostilità alle politiche di Trump, le quali sono riferite ad un bacino di elettori tendenzialmente bianchi e non risiedente in aree urbane. Questi fattori possono dunque essere difficoltà future con le quali sia Trump sia il partito Repubblicano, che si è quasi totalmente riportato sulle idee del presidente in carica, dovranno confrontarsi.


Un altro tema di riflessione può essere l’economia. Nonostante i segnali positivi dell’economia americana ed i dati occupazionali da record in tutte le fasce di popolazione, cioè sia tra quella bianca che quella delle minoranze, i meriti non sono ovviamente soltanto del presidente attuale ma anche del precedente inquilino della Casa Bianca oltre che della semplice situazione economica globale favorevole. Quello su cui le politiche di Trump posso avere effetto è certamente la percezione di possibile incertezza nel prossimo futuro, data questa dai dazi e dal suo slogan elettorale (“American first”, n.d.r.). Diversi analisti inoltre, su molti siti e su diverse pagine ed in numerosi dossier, non hanno mancato di notare il boost dato dalla deregulation trumpiana all'economia già in rialzo, boost che però può portare ad una nuova e violenta recessione. Evento questo che non sembra poi così improbabile, il 2007 ed il 2008 non sono poi così distanti e sono esempi paralleli ed efficaci.


Il terzo ed ultimo tema di riflessione riguarda le competenze di ciascuna ala del Congresso. Se il Senato, a maggioranza repubblicano, si occupa di politica estera e dunque può dare facilità di azione a Trump, i problemi saranno, per conseguenza logica, alla Camera, ala del Congresso che si occupa invece di politica interna. Dunque l’abolizione di due cavalli di battaglia di Trump, l’ObamaCare e la riforma fiscale, saranno ora obiettivi più difficili da portare a termine.


Il voto americano, ovviamente, porta altri temi che meriterebbero di essere approfondito (come per esempio la polarizzazione della società americana, il partito repubblicano fagocitato da Trump) e magari in futuro lo saranno. Per il momento, meglio lasciare la parola ad altri analisti più esperti e meglio informati. I tre temi trattati in precedenza sono quelli di maggior impatto visivo per tutti.


Ci vorrà del tempo per analizzare le osservazioni ed i dati acquisiti in questi giorni così come non si possono prevedere sorprese o gesti eclatanti, a cui Donald Trump ci ha abituato in questi due anni. Ipotizzare già oggi alcune future azioni sembra oltre modo rischioso, si possono individuare alcune strade percorribili, quello sì, così come le ripercussioni sulla nostra vita politica in Europa ed in Italia.


Si vedrà dunque come gli eventi si evolveranno.

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